S. Simoni - Nelle pieghe dei solidi, Qui-1996

Nelle pieghe dei solidi

di Serena Simoni


“Qui” - Ravenna - 9 maggio 1996



Ravenna. "Slittamenti" è il titolo della mostra di Mirella Saluzzo, inaugurata recentemente a Santa Maria delle Croci. L'artista d'adozione ravennate ha presentato un perfetto allestimento della sua ultima produzione: si tratta di varie composizioni di fogli di alluminio trattati con ossidi, smalto o vernici, modellati secondo un senso raffinato della composizione. Se i possibili riferimenti del lavoro, come sottolinea Walter Guadagnini nella presentazione del catalogo, sono le ricerche scaturite in Italia negli anni Sessanta, sicuramente l'artista si congiunge alla schiera di quanti in questi ultimi due decenni credono nelle possibilità formali e sensibili della materia e nella potenzialità inesauribile della scultura.

In effetti ciò che nelle opere colpisce maggiormente è l'attenzione puntata sui giochi percettibili della luce, i riverberi di essa fra ombra, colore e superficie. Ancora interessante è la modellazione a pieghe dei singoli pezzi, che rimandano ad un paziente lavoro di donna: come se fosse carta, senza rinunciare ad un materiale freddo come l'alluminio e superando l'ostacolo delle grandi dimensioni, Saluzzo riesce a dare calore alle proprie forme animandole grazie ad una sensibilità affettuosa che calcola con attenzione infinite varianti. Possono essere le ombre proiettate nell’ambiente, la consonanza tonale di due o più colori, l'opacità e al contrario la levigatezza lucida e resa artificialmente del materiale: tutto viene vagliato e ponderato con amorevole cura.

In questo modo queste sculture non possono essere lette nel senso di una semplice analisi della forma; in effetti lo spazio viene definito intellettualmente ma proprio grazie al sapiente filtro emozionale di cui si diceva, si può affermare che le forme modellate scaturiscono da una decantazione interiore di stampo sentimentale, che va letta come arricchimento dell'opera. "Slittamenti" pare allora il termine giusto per individuare il carattere della ricerca dell'artista che si inserisce nel difficile equilibrio che sta fra razionalità ed emozione, fra esterno ed interno (intesi in senso fisico e interiore) giungendo spesso a quella leggerezza complessa che non "occupa" lo spazio ma lo fa vivere.