E. Pontiggia - Catalogo Mirella Saluzzo, Galleria Il Patio Ravenna-1989
Galleria Il Patio - Ravenna
1989
Partiamo dalla pittura. Nei lavori di Mirella Saluzzo colpisce il pacato contrapporsi tra forme arcuate e taglienti, assolutamente precise nella loro collocazione spaziale, e una singolare velatura (scia o vapore che voglia essere) che si svolge sulla superficie, con effetti insieme dinamici e sfuggenti.
Dunque, la forma e la sua ombra, o meglio: la forma e il suo alone.
A ben vedere anche la stesura delle opere, la singola pennellata, mantiene qualcosa di mobile e filamentoso, di sfuggente appunto. I colori si intessono sulla tela con improvvise irritazioni, con un lievitare breve che li affatica.
Così si assiste in questi dipinti alla rappresentazione di un mondo minimale e in qualche modo acuminato, temperato però dal sollievo aereo di velature leggere, di aliti di colore.
Anche nella scultura avviene qualcosa di simile. Ci sono lastre di alluminio, secche e perentorie. Ma su di esse si deposita il colore. come un medicamento.
A volte le sculture sembrano alludere ad un mondo vegetale, ad una presenza celeste. Si intuisce una chioma d’albero, una luna. Ma l’oggetto è solo evocato. Più importante della realtà è il sogno della realtà. E così, nuovamente, la luce e il colore intervengono a suggerire un altrove. E’ il vuoto stesso che innerva le opere, che moltiplica i giochi luminosi.
Provenendo da un’esperienza lirico espressionista, Mirella Saluzzo giunge in questi lavori recenti a una pronuncia più nitida ed essenziale. Un procedimento di semplificazione o di sintesi ha impegnato e coinvolto la giovane artista.
Rimane, a segnare la coerenza e la continuità tra le precedenti ricerche e quelle di oggi, una identica, sottile commozione. La commozione - tutta mentale e dunque silenziosa, reticente - di uno sguardo che si posa sulle cose nell’attimo stesso del loro rivelarsi. E si rende conto che quel rivelarsi è già uno scomparire.
Elena Pontiggia