C. E. Bugatti - La Ricerca Plastica e poetica di Mirella Saluzzo

 

 

 

 

Nel suo scritto l’amico Giorgio Bonomi ha illustrato i meriti dell’opera di Mirella Saluzzo. A me come direttore del Museo d’arte moderna di Senigallia, credo spetti aggiungere come l’allestimento della mostra di Mirella Saluzzo alla Rocca Roveresca sia di specifico interesse per la Città.

Ho individuato vari motivi. Il primo è che l’opera della Saluzzo interagisce con la storica raccolta di sculture di Senigallia. Una raccolta, che percorre, attraverso le testimonianze di Enrico Mazzolani, Silvio Ceccarelli, Alfio Castelli, il tragitto di ricerca della plastica italiana del Novecento.

Proprio dopo l’analisi della forma sferica da parte di Castelli c’è stato il rogo della modernità e dal pensiero breve è nata la fioritura del postmoderno. Ritengo opportuno ricordare che la scultrice Mirella Saluzzo si è diplomata all'Accademia di Brera sotto la guida di Luigi Veronesi. Non si tratta di un’annotazione meramente biografica, ma, piuttosto della specificazione di un indirizzo di ricerca, che l’autrice ha percorso e percorre con rigore formale ed esiti poetici individuali ed emotivamente autonomi. Sottolineati, non dimenticherei, da felici scommesse cromatiche, che si rivelano scelte ed approdi estetici.

Esiti d’altronde che attengono pienamente all’attualità della ricerca plastica. Un’attualità che interessa chi ama la scultura come se fosse il finale, a sorpresa, di una suspence narrativa sulle vicende della scultura italiana e non solo italiana.

E’ con la scelta di una fedeltà alla lezione di Luigi Veronesi che la Saluzzo sembra voler testimoniare come il tema realmente presente e perfino le alternative attuali si radichino essenzialmente nella ricerca spaziale.

Più precisamente si radichino nella ricerca della dinamica della forma nello spazio. Forma poi che la Saluzzo legge, analizza, annotata nella proposta di una costante monumentalità delle opere. Con riferimenti, colti quanto appassionati a Josef Albers come, più ampiamente, alle tematiche della Bauhaus, che già avevano attratto ed appassionato Luigi Veronesi.

Devo infine ricordare che la possibilità di citazione di Luigi Veronesi a Senigallia, città della fotografia, è sempre di attualità e benvenuta, perché Veronesi era stato tra i primi a corrispondere con Giuseppe Cavalli sulle tematiche estetiche fondative del Gruppo fotografico Misa, che ha fatto entrare Senigallia ed i suoi autori nella storia della fotografia.

Neppure posso chiudere questa nota senza dire che tanto tengo alla scultura della Saluzzo da aver avuto l’audacia di chiederle una scultura da inserire nel nuovo Museo urbano di sculture all’aperto, che comprende i pannelli ceramici resistenziali eseguiti a e per Senigallia da Ernesto Treccani e le sculture dei senigalliesi Castelli, Ceccarelli,  Mazzolani, Schiavoni.

 

CARLO EMANUELE BUGATTI,

 direttore del Museo comunale d’arte moderna di Senigallia

Maggio 2015