A. Golfarelli - Resilienti

Marzo 2016

La mostra promossa da UDI Forlì - Archivio UDI Forlì Cesena in occasione della Festa della Donna è
arrivata quest'anno alla sua decima edizione ed è davvero con grande orgoglio che noi tutte sentiamo di aver offerto alla nostra città un'occasione importante per riflettere sul femminile e sul talento artistico che da sempre le donne esprimono, seppur non ancora abbastanza valorizzato. Protagoniste di questo significativo decennale sono due artiste di fama internazionale: Graziella Reggio e Mirella Saluzzo, che con le loro opere espliciteranno pienamente il senso di un titolo, quello della mostra, che in tutto il peso di un destino letterario niente affatto leggero vuole riflettere sul ruolo delle donne in quella che è considerata una strategia di adattamento, traducibile nella capacità di far fronte in maniera positiva ad eventi traumatici. Riorganizzando la propria vita dinnanzi alle difficoltà in modo tale che non si perda la sensibilità e l'opportunità di cogliere positivamente ciò a cui la vita ci mette di fronte senza perdere la propria identità e la propria individualità. Creando una forte relazione fra il percorso artistico che entrambe le artiste da sempre attraversano e mettendo in essere un delicato e sapiente richiamo alle Resistenti. Si, perché furono proprio le donne che lottarono per la Liberazione a coniugare per prime un termine ancora sconosciuto che invece loro seppero perfettamente incarnare trasformando le sofferenze in energia. Costituendo il primo nucleo di una resilienza capace di dimostrare quanto il mondo femminile fosse in grado di adattarsi ai cambiamenti agendo attivamente su di essi.

L'arte, dal canto suo, ha da sempre rappresentato anche uno strumento di ribellione che, senza negarsi alle suggestioni estetiche di una bellezza niente affatto priva di contenuto, ha dato voce alle donne e ha consentito loro quella estraniazione dalla realtà che troppo spesso impediva alla loro voce di urlare genio e talento. E in questo 2016 che festeggia anche il 70esimo del voto alle donne, l'UDI Forlì profonde tutto il suo impegno affinchè le idee, i diritti, l'autodeterminazione e la bellezza possano sempre essere rispettati e non imbavagliati dalla paura che la nuova stagione di violenza potrebbe creare e ne fa temi imprescindibili, che si desidera perseguire e confermare anche attraverso il contributo che queste due straordinarie artiste daranno in questa mostra.

Resilienti esporrà, di Graziella Reggio, un articolato lavoro pittorico denso di richiami alla natura e alle sensazioni che essa produce nei suoi rimandi al femminile e alla terra. Un evocativo percorso che, di traccia in traccia, elabora un arcaico impatto emotivo tradotto dai potenti tratti scuri che le opere della Reggio vedono impressi sulla carta quasi fossero i primitivi richiami ad un'essenzialità senza fronzoli e orpelli. Il segno, come una lastra fotografica impressionata dalla luce, offre il positivo e il negativo di paesaggi dove l'artista muove i suoi passi e le sue emozioni con grande sicurezza e determinazione. Dove l'elemento acqua, declinato in pioggia e cascate, muove la statica solennità di montagne e architetture con la freschezza e la travolgente impetuosità della sua inarrestabile irruenza.
Opere dove l'assenza di colori diviene il paradigma dello stile dell'artista che afferma attraverso un rigore radioso la densa dilatazione del nero che esprime sia il cielo notturno che la tenebrosa foresta che ricopre le montagne, attraverso la gestualità di un segno che concentra o dissolve le chine in sapienti macchie. Dove la percezione e la rappresentazione seguono la traccia di un segno a metà fra il figurativo e l'informale che risulta come seducente narrazione di tutte le storie racchiuse in queste opere. Trasferendo a quella straordinaria proprietà di intreccio fra arte ed emozione la visione di un'opera complessa, che, seppur nella sua ingannevole semplicità, consegna a chi guarda un rinnovato rapporto con l'immaginario e la fiaba.

Per Mirella Saluzzo invece il percorso espositivo della mostra sarà costituito da una serie di imponenti sculture in alluminio che evocano, attraverso forme e volumi solenni, l'energia di un movimento perenne e concentrico simulante le traiettorie dell'aria e dell'acqua. Dando vita ad installazioni la cui laica sacralità dialoga con l'indissolubile forza della materia sancendo una relazione remota attraverso la quale il tangibile, plasmato con il pensiero e l'emotività, si veste del gesto geniale e talentuoso dell'artista per realizzare un vero e proprio soggetto la cui personalità risulti l'incontro perfetto fra l'essenza e la sostanza. Invadendo gli spazi con ammalianti volumi capaci di riprodurre, tramite una plasticità efficace e mistica, i percorsi dell'aria e dei venti. Esprimendo concretamente una direzione, un turbine, un sibilo e l'illusione di una sonorità capace di cantare le incantate inquietudini cosmiche del nostro tempo. Le grandi sculture della Saluzzo, come scudi remoti o guglie, si ergono a difesa di ogni volontaria o imposta fragilità realizzando effimere tracce di aleatorie creature impalpabili che prendono forma nell'attimo stesso in cui il movimento si immobilizza attraverso la costruzione dell'opera d'arte.
Producendo una metafora con il femminile, che troppo spesso esprime e palesa una leggerezza che cela invece una forza ed un coraggio le cui spirali sanno ripetersi all'infinito nello spazio, senza esimersi dalle reali contraddizioni che ne sottolineano i caratteri. Dove anche la malleabile materia diviene esemplificativo strumento di un adattamento possibile che passa dalle trafitture che la mano sapiente dell'artista esegue.