G. Papi - Scultura in movimento e il colore diviene forma…, Corriere di Ravenna - 1996

Scultura in movimento e il colore diviene forma…
di Giancarlo Papi


“Corriere di Ravenna”, 10 maggio 1996



In una intervista rilasciata a Carla Lonzi lo scultore Philhip King disse: “Quello che mi preoccupa, invece, è di non cadere nell’esercito geometrico perché sarebbe l’ultima cosa che vorrei fare”. E. inoltre: “A volte ho messo altrettanto tempo a trovare il colore che a fare una scultura. Può essere il lato più difficile del fare ima scultura a volte, davvero.

Ci siamo ricordati queste dichiarazioni al cospetto delle opere di Mirella Saluzzo esposte a Ravenna a Santa Maria delle Croci. L’artista, nata ad Alassio, ma residente a Ravenna, presenta una selezione di lavori che, come dice Walter Guadagnini in catalogo, sono “estensioni nello spazio d’un pensiero non tanto geometrico, come l’apparenza prima può far immaginare, ma anelante a una tonalità di sensazioni che nella geometria può trovare una sua momentanea evidenza formale”.

Appunto, come per King, con il quale riteniamo che Saluzzo abbia qualche punto di contatto così come con la scultura inglese più in generale e con Ellsworth Kelly, per quanto riguarda l’uso del colore. Anche per Mirella Saluzzo, infatti, come per l’artista inglese il colore non è considerato alla stregua di un effetto ottico che descrive una forma . Piuttosto viene valutato come un fenomeno che fa sentire la presenza di una forma in un certo modo. A Mirella Saluzzo ciò che interessa è la pura fenomenicità delle cose, della loro estensione di dei loro contorni, delle linee di demarcazione che separano un oggetto da un altro e un oggetto dalla sua stessa ombra. Come in Sol Le Witt,ad esempio.

Così che assume importanza il valore del segno. Quello ottenuto dalla manipolazione del metallo, ma anche quello sottolineato dalla incidenza della luce. Dunque a Santa Maria delle Croci sono esposte opere che paiono racconti di trasformazioni. Lastre di metallo si srotolano secondo un dinamismo armonico che invade lo spazio. Sono le pagine e le pieghe di opere che si sfogliano per farci accedere a contesti e percorsi multipli, per donarci il piacere della sorpresa e dell’emozione.